Prima o poi, nella
vita, arriva per ognuno di noi la terribile fase 2.
In tutte le cose
che si affrontano c’è un inizio, di solito entusiasmante e pieno di attese
meravigliose per il futuro; c’è una fine, e di quella preferisco non parlare,
anche perché la situazione si fa già abbastanza tragica nella parte in mezzo,
quella tra l’inizio e, appunto, la fine, ed è la fase 2.
Di solito, quando
cominci a leggere un libro vai via sciolta almeno per qualche pagina, anzi,
magari vivi un momento di pura esaltazione “da consiglio”: qualcuno ti avrà
detto leggilo, è bellissimo, io ci ho
messo un giorno e mezzo a finirlo.
I passi successivi
sono, rispettivamente: A) il libro piace anche a te e continui a leggerlo come
se non ci fosse un domani; B) il libro non ti piace ma continui a leggerlo lo
stesso, un po’ per orgoglio, un po’ per punirti di aver dato retta a un’amica
dai gusti opposti ai tuoi; C) il libro ti fa schifo e lo molli.
La fase 2 è, di
norma, il momento risolutivo di tante questioni, quindi il più sofferto. Come
si fa a decidere di lasciar perdere un libro? Deve fare davvero pietà. Come si
fa a decidere di chiudere una relazione? Stessa cosa.
Con le persone,
poi, non è proprio la stessa cosa.
Vediamo: nella fase
1, l’amore e l’amicizia regnano sovrani e si vive per un tre-sei mesi sulla
vetta del mondo. Il domani appare come
una passeggiata dentro il parco Sigurtà nel momento di massima fioritura e tu e
l’altro siete le uniche presenze intelligenti e innamorate che abbiano mai
calpestato il suolo di questo altrimenti ostile pianeta.
Fase 2: l’ostile
pianeta reclama il suo prezzo da pagarsi alla cassa della vita e tutto il
romanticismo finisce nell’orinatoio.
La storia, a questo
punto, può: A) continuare con un minimo di bellezza e di poesia, ma solo perché
i proprietari della stessa si sono incaponiti; B) continuare senza bellezza né
poesia per lo stesso motivo di prima; C) finire.
Decidere cosa fare
delle relazioni occupa di solito tutta la vita e non è certo facile come
abbandonare un libro o spegnere la televisione.
I rapporti non si
cancellano.
Le domande che
dobbiamo porci nel corso della nostra esistenza sono un’infinità, ed alcune
sono più leggere di altre.
Continuo la dieta?
Sì. Sì, con dolore. No.
Mi compro un
vestito nuovo? Sì. No. Non ho i soldi.
Cambio
appartamento? Sì. Forse. Forse l’anno prossimo.
Altre domande,
invece, pesano come un amico ubriaco.
Voglio figli? …
Li battezzo? …
Il lavoro…? …
I genitori? …
Lui, lei? …
Difficile.
Difficilissimo.
Ma se non ti poni
queste domande cosa sei? Un preadolescente senza spina dorsale? Uno che vive
bene lo stesso? Nemmeno qui so rispondere.
So solo che, anche
se cerchi di ignorarle, certe questioni ti tormentano per tutto il tempo in cui
sei sveglio e anche mentre dormi, se non stai attento. La vita è impossibile
ignorarla. E comunque si prenderà quello che, secondo lei, le spetta.
Tanto vale
rifletterci su un po’ e cercare di tenere un pezzetto per noi.
In fondo, ce lo
meritiamo tutti almeno un giorno di felicità.
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