Nell’ultimo film di
Ozpetek c’è un personaggio molto simpatico che ama affermare: Il mio motto? Sobrietà.
Non posso dire lo stesso
di me e delle mie amiche.
Giovedì scorso ci siamo
recate (by Architetto’s taxi) al celeberrimo baretto lacunare di cui ogni tanto
parlo. E’ stato un piccolo delirio di mezza estate. Tra i miei appunti relativi
alla serata ho trovato annotate due parole: potenziali zoccole. Che Dio mi benedica! Cos’avrò voluto dire?
Quale terribile conversazione potrò mai aver avuto all’una di notte con tre
amiche ubriache, alla presenza del mio novello sposo? Bisogna vederci chiaro.
Sto pensando che questo fine
settimana, nel nostro ameno paese, c’è stata una festa di polletti e danze
popolari: passando, ho intravisto ballare in mezzo alla pista orde di bambini e
bambine, al tam-tam irresistibile di Pinguiiii-no…avanti,
avanti, avanti!
Un tempo, anche noi
trentenni ci scatenavamo senza vergogna sulla pista da pattinaggio, correndo in
mezzo alle coppie che ballavano il valzer con il collo rigido, o dimenandoci
anche noi in pazze polke e salse. Ora ci è rimasta soltanto la salsa barbecue,
e di pazzo facciamo solo un weekend ogni tanto.
Il punto è: le ragazzine
che domenica si divertivano senza pudore in pista sono le stesse che eravamo
noi, ovvero le zoccole di domani (e così dicendo ho dato delle zoccole a tutte
quelle della mia età)? Oppure, crescendo, perderanno quell’atteggiamento da
“zanzare” e svilupperanno un’inusitata voglia di coccole?
Sì, perché ho visto come
ballano le potenziali, giovani zoccole di adesso, e forse l’uso della parola potenziali è superfluo. Va bene che
anche noi sculettavamo un po’ a bordo campo e davamo fastidio al fan club dei
Rodigini con le nostre scorribande, ma erano moti infantili, tentativi
prepuberali di darsi un tono. Qua, invece, la situazione si è aggravata di
molto, e sono convinta che gran parte della colpa l’abbia la moda degli shorts
di jeans.
Parlo come parlerebbe mia
nonna cattolica, se fosse ancora con noi. Allora, è vero che le ragazzine di
oggi sono precocine, o lo ero anch’io, e non me ne rendevo conto? Siamo state
tutte potenziali zoccole? Ed è per questo che, adesso, superata la fase Darla (n.d.r.,
non è una mia amica), siamo alla disperata ricerca di coccole?
Yaia nega. Lei non ama le
coccole.
Secondo me invece è così.
In ognuna di noi alberga una potenziale bad girl che, prima o poi, deve venir
fuori: ora come ora, più prima che poi. Ma, dopo qualche anno, si ammette di
aver bisogno di affetto, ed è la parte più dura. Perché, quando eri
adolescente, ti bastava scoppiare in lacrime, correre dalla sorella, scrivere
sul diario, abbracciare un peluche, chiamare l’amica del cuore. Da adulte, solo
un paio di queste cose servono veramente a dare sollievo. Per alleviare le pene
dell’invecchiamento, purtroppo, non basta più un semplice placebo. A un certo
punto, si vuole essere amate davvero. Da zoccole si passa a coccole e si sta a
vedere se passa anche qualche uomo a cui interessi la cosa.
Complicazioni su complicazioni.
E’ bello, però, sapere che nelle giovani zanzare di oggi si nascondono le tenere
orsacchiotte di domani. L’amore è l’unica cosa nella storia e nell’universo che
non si esaurisce mai, non cala i suoi slanci, non smette di assediare le nostre
città.
E come la mettiamo con
coloro che, tra un po’, saranno ventenni e verranno a reclamare agli uomini la
loro parte di affetto? Dovremo scendere dalle barricate ed iniziare a lottare
sul serio. Meglio fare scorta di coccole finché si può.
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