martedì 10 giugno 2014

Il vecchio amico cervello



La settimana scorsa mi avete vista parlare di una lista: la lista dei pro e dei contro. L’ultima che ho fatto riguardava le sorelle.
Mi sono messa a pensare se il metodo “fai la lista” sia valido anche nelle altre situazioni della vita. Il lavoro, per esempio, o l’amicizia, o l’amore.
Sembrerà una cavolata mondiale mettersi a fare la lista dei pro e dei contro quando si deve prendere una decisione così importante come l’accettare o meno un lavoro, ma, pensandoci, invece è molto più saggio farla nelle occasioni più degne rispetto a quelle in cui non impieghiamo molta materia grigia. Mi spiego: non è ridicolo stare lì ad alambiccarsi il cervello sull’idea di mangiare un doppio cheeseburger o no? I contro sono evidenti: è una cosa grassa, fa male, unge mani e vestiti e ci farà sentire sicuramente in colpa per tutto il tempo in cui il panino rimarrà ancorato al nostro didietro, ovvero sei mesi o anche tutta la vita. Il pro, tuttavia, è assai forte e vince prima che inizi la competizione: il doppio cheeseburger è buono a bomba. Il momento di goduria psicosomatica è assicurato. Lo mangi cento per cento.
Ecco un’altra situazione in cui mettersi a fare la lista risulterebbe patetico: la scelta di un vestito. Che contro può mai avere un vestito? Quello di farti sembrare una pazza scatenata, o un’orca assassina. E’ semplice: il pro regna sovrano anche in questo caso, perché il vestito giusto deve solo starti bene addosso. Se calza da favola, ti piacerà. A pelle. (Una volta un commesso dalla personalità confusa voleva strizzarmi in un abito marrone-intellettuale con una cintura sui fianchi che mi faceva sembrare una taglia 1000. L’ho annientato nelle sue convinzioni fashioniste scegliendo da sola un vestito scampanato anni Cinquanta. Che ci posso fare?, mi piaceva.)
Vuoi  mettere, tu, l’utilità di scrivere un elenco coerente e coeso dei pro e dei contro relativi al cambiare lavoro? O al tagliare i ponti con un amico? In teoria, stando a questo comodo sistema, le risposte che uno cerca nella vita sono bellecchè servite su un piatto d’argento.

Eeeeh, magari fosse così semplice.
Ahi, quanto m’ingannai sull’argomento! Proprio di recente mi sono capitate una serie di circostanze che hanno portato me e le mie amiche a dover stilare la fatidica lista varie volte, e… la decisione finale è sempre ricaduta sull’opposto del risultato positivo. Motivo: l’istinto, o la paura, o l’amore.
Ecco che, in ogni momento importante della nostra vita, una di queste cose ci governa: l’istinto, la paura, l’amore. In una parola: il cuore. Benedetto! Per fortuna che è solo un muscolo involontario: chissà come saremmo ridotti, se il ventricolo destro o l’atrio sinistro avessero pure una volontà propria! Yaia direbbe che saremmo messi come il porco.
Ebbene, come del porco non si butta via niente, nemmeno di noi stessi dovremmo lasciar da parte qualcosa, soprattutto se sono emozioni così importanti e sbombanti come la paura o l’amore. Sono tutto ciò che ci rende vivi e che ci smuove un pizzichino l’elettrocardiogramma, per restare in tema.
Quindi, largo alle scelte fatte alla Carlona, alle decisioni impulsive e ai guai che ne conseguono!!! Attenzione, attenzione: se nella vostra lista dei pro e dei contro figura un solo pro, sappiate a priori che… qualsiasi decisione prendiate è sbagliata!!!! Il cuore conduce i giochi e noi, rimbambiti dalla vita e dall’effetto serra, saremo semplici  carte nelle mani di un abile joker.
Ideona: c’è un altro organo che a me sta molto simpatico, e risiede ai piani alti nel nostro corpo (anche se non sono sicura che sia un organo… mah): è il caro amico cervello, che ci differenzia dagli alberelli e dai batteri. Non dico sempre, ma ogni tanto –tipo, una volta ogni dieci anni- che ne pensate se gli facessimo una telefonata di cortesia e lo invitassimo a partecipare alle nostre scelte? Così, giusto per mantenere la vita più sul piano del divertimento disastroso che su quello del divertente disastro.
Che poi, con il disastro, il cuore non si diverte affatto.



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