Quando, nella vita, qualcosa va storto,
ci ritroviamo a borbottare frasi che, in teoria, giustificano la sfiga o ci
consolano un po’.
Non
era il momento giusto.
Non
sono contenta di come è andata, ma…
Forse
non è destino.
Non
sarà la fine del mondo!
Sapete cosa si sente, di queste frasi?
Solo la negazione. Non era, non sono, non è, non sarà.
Scuse.
Tutte scuse.
Il nostro cuore lo sa benissimo cosa E’
la realtà: solo che ci piace illuderci.
Io, per esempio, mi illudo che qualche
grande casa editrice noti il mio blog poverello e mi proponga un contratto da
un milione di dollari. Proverò a impegnarmi e a evitare la negazione: E’
impossibile che ciò avvenga. Devo impegnarmi di più. Allora sì, forse potrei
pubblicare. Ma è difficile che succeda a meno che IO non lo faccia succedere
(quest’ultimo “non” era inevitabile,
per cause di forza grammaticale maggiore!).
Ecco il punto: ci trastulliamo ogni
giorno con l’idea di quello che potrebbe essere, che dovrebbe accadere… e se
poi non è, non accade, piangiamo.
Con gli uomini e con gli amici è la
stessa cosa. Paragonerei le due situazioni alla caduta di un fulmine: uno
spettacolo affascinante, potente, spaventoso, di cui, ai bambini, si suole dire
che non è niente.
Falso. Diamo alle cose il loro nome: una carica
elettrostatica che distrugge tutto ciò su cui si abbatte, producendo un fragore
di terremoto, è un fulmine.
Una storia d’amore in cui non c’è più
amore è finita.
Un’amicizia in cui solo uno dei due crede
è patetica.
Lo so, fa spavento.
Ma è così. Il lampo balugina, noi c’incantiamo
a guardarlo, poi il fulmine si abbatte rabbioso e non resta che raccogliere i
cocci. C’è qualche occasione della vita in cui non accada? Per questo bisogna
imparare sin da piccoli a chiamare le cose col loro nome, per capire meglio,
abituarsi: in ogni caso, si soffrirà… meglio sapere a cosa si va incontro. Non
serve a nulla chiudere gli occhi, non si evita il dolore girandosi dall’altra
parte.
Si spreca solo tempo.
Ricordatevi: ci serve l’E’, non il NON
E’.
-Ci
vediamo la settimana prossima?
-Non
so, ti chiamo io…
Di questa conversazione, bisogna tener
conto solo del NON.
Altrimenti sarebbe… altrimenti sarebbe.
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