martedì 18 febbraio 2014

Un segreto-non-segreto



Ieri sera, guardando un film in cui un uomo single si recava a una festa e cercava di abbordare molto goffamente delle ragazze, mi sono messa a pensare a quanto debba essere difficile e pesante, per un uomo, dover sostenere ogni volta il ruolo di “quello che ci prova”.
Chiaro: se sei un bel figo, è facile. Le donne non rifiutano mai un bel figo. Ma se sei appena meno che figo, che tattica usi per farti notare? Cosa vuole una donna al primo approccio? Come si fa ad andare lì e a dirle: Mi piaci… senza offendere le sue amiche, sua mamma o il suo smisurato ego (che vorrebbe sentirsi dire: Sei la donna più bella, intelligente, simpatica ed empatica della festa, anzi del mondo)???
Le donne sono abituate ad esser cacciate -mentre in realtà decidiamo noi, con sguardi ed atteggiamenti del corpo, da chi vogliamo essere abbordate e da chi no. Solo che leggere questi segnali dev’essere molto arduo, soprattutto da parte di una categoria di persone che pensano che non esistano altri colori all’infuori del giallo, del rosso e del blu.
Ho posto la domanda agli uomini di mia conoscenza: come fate a scegliere quale donna avvicinare, in un luogo pubblico o in qualsiasi situazione propizia? Non ho usato proprio queste parole, più che altro per evitare associazioni di idee tipo propizie-prepuzio, cosa che li avrebbe fatti ridere come adolescenti nello spogliatoio e avrebbe impedito a me di cavare un ragno dal buco.
Invece, per fortuna mia e vostra, il ragno è uscito, ed era anche bello grosso, del tipo: BOUMMM!!! Senza offesa per i maschi (forse questa frase dovevo scriverla cinquantuno o cinquantadue post fa), ma non mi aspettavo che le risposte fossero così fataliste, così… sturm und drang, ecco. Della serie, lo senti quando è quella giusta. Sono rimasta venti minuti davanti allo schermo cercando di far tornare in sede le mie sopracciglia inarcate, dopo aver letto che la maggior parte degli uomini che conosco, quando esce a cuccare, parte dal presupposto che nel cuore ha una sola e unica donna, che non è la madre, e che ricerca sempre lo stesso modello –molto somigliante alla madre-, però inconsciamente, come se la cosa fosse sospinta da una forza superiore. L’istinto. Una sensazione.
Io credevo si trattasse di semplice chimica, di feromoni: da quello che mi risulta, per le donne è così… Stai a vedere che adesso sono gli uomini ad avere un approccio più mentale all’accoppiamento!
Invece, per gli intervistati il sesso c’entra poco. Non è una tetta scoperta ad attirarli, o un vestito succinto, o un comportamento da Statale 11. Magari per una “avventura” sì, ma da chi tornano? Continuano a tornare da quella che si muoveva in un certo modo, magari brutta, ma elegante, dalla ragazza stilosa, grassottella ma originale, dalla donna intelligente che sa come farti ridere e come entrarti in testa.
Ciò è consolatorio. Mi spinge a credere nelle coppie imprevedibili e nel fatto che ci sia speranza per tutti. A questo punto, però, sono quasi certa che il problema maggiore ce lo creiamo noi donne con la nostra insicurezza. Ormai siamo talmente abituate a guardare con scetticismo all’amore, che quando ci capita veramente non lo riconosciamo, oppure giriamo la testa dall’altra parte per paura di soffrire ancora.
Noi donne viviamo a pugni stretti, ma tanto tempo fa (non così tanto) una donna di altissima intelligenza ci disse in uno dei suoi libri che la donna è pace, è estranea alla guerra.
Tu cosa vuoi nella tua vita? Pace o guerra?

E comportanti di conseguenza, perdio.

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