Nei paesi piuttosto piccoli, com’è noto, il
passatempo preferito delle persone è parlare, parlare, parlare.
Da un estremo all’altro della piazza, in ogni
momento della giornata, si sentiranno risuonare saluti appassionati abbinati a
soprannomi ormai leggendari, mentre il crocicchio tra il bar e il municipio è
il sito perfetto per chiacchiere un po’ più intime.
L’importante è che se ne parli: con questo
presupposto, fatti e confidenze che dovrebbero rimanere segreti fanno il giro
del mondo in ottanta secondi. Insomma, tutto è sulla bocca di tutti –tranne ciò
che dovrebbe veramente esserci, ovvero il sesso, benché questo muova l’inizio di
tutte le relazioni. Cosicché risulta impossibile pensare che quelle bocche che
tanto vengono utilizzate per sparlare di ciò che fanno gli altri siano usate
anche per altri scopi.
Eppure si mormora che il sesso orale sia sempre
sulla cresta dell’onda, se mi passate l’immagine. Certo non tra gli over fifty,
per i quali il rapporto andrebbe consumato al buio, in silenzio e rapidamente
il più possibile –della serie: minimo sforzo, massimo rendimento. Ma, tra i
cittadini nati tra il ’68 e l’’86, le cose sono un tantino diverse, per
fortuna, e soprattutto per fortuna di noi donne. Forse non c’era bisogno di
adottare le labbra a canotto per svelare orgogliosamente all’intero pianeta che
anche alle donne piace giocare a pin-pom, però è comunque una conquista, un
atto d’emancipazione che, di recente, viene ricambiato senza storie dagli
uomini.
La disparità, purtroppo, rimane tanta: anche in
questo caso sembra che le donne non siano altezza –non si è mai abbastanza
depilate, abbastanza linde, abbastanza coinvolte oppure troppo coinvolte-,
mentre i cari uomini possono sfoggiare calippi spinosi come cactus ed
esuberanti come la fontana di piazza di Spagna –per loro è naturale, sono
maschi.
Ma perché non ci dimentichiamo per un’oretta
che siamo di questo o di quel genere e non usiamo la bocca per fare del bene
all’umanità, invece di continuare a sputare sentenze fino a tarda notte? Arriva
un momento in cui, stando zitti, si ottengono risultati migliori che blaterando
di spesa, ufficio, figli, scuola….
Infine, l’oralità ci aiuta ancora a tramandare
storie e tradizioni di famiglia, ma non ci aiuta anche al cinema Celestini, tra
coperte e lenzuolini, nel superare il divario che c’è tra uomini e donne, o tra
persone diverse?
Io credo di sì. In fin dei conti, se ci si
pensa bene, il sesso è sempre sesso, anche se non se ne parla apertamente.
E l’amore è sempre amore, che sia tra uomo e
donna, tra persone dello stesso sesso, tra un cinese e un africano… Di amore,
però, vale sempre la pena parlare. Non è un pettegolezzo, non è una prurigine,
è la storia migliore che si possa tramandare: iniziamo a farlo oralmente.
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