Bene.
Dato che, al momento, non ho un guadagno regolare, pure il
mio armadio deve fare economia, ergo… mi sono ingegnata con i capi che già
possiedo.
Per una fashion victim come me è stato un duro colpo non
poter approfittare degli ultimi giorni di saldi, ma mi sono detta:”Ho fatto il
liceo classico, non sarà questo piccolo inconveniente a destabilizzarmi.”
Per ogni inconveniente, un espediente, mi piace pensare. Ed
eccomi qui, davanti all’anta scorrevole (rotta) del mio armadio in affitto, a
cercare quei capi neutri, i salva-look di una donna priva di mezzi,
malauguratamente appassionata di moda.
C’è una giacca nera con le spalle ben definite, garanzia di
professionalità. Una gonna con una balza
sui fianchi della scorsa stagione, che nasconderà benissimo anche i
chili della prossima stagione. Qualche camicetta superclassica –triste, da
ravvivare con le collane. E i cari, vecchi jeans a sigaretta, di un’utilità
inarrivabile: più diventano vissuti e slavati, più acquistano fascino. Da non
cassare per nessun motivo. Probabilmente mi seppelliranno con quei jeans
addosso.
Sotto, cioè in basso, all’altezza dei piedi, mi ritrovo con
ben tre paia di scarpe ancora buone: la tacco 12 scura, la tacco 12 chiara open
toe e la sneacker per tutti i giorni. Questa devia un po’ dalla norma, e per
fortuna: è rossa e lucida. Un tocco di passione per ricordamene nella
quotidianità.
Eh, sì, alcuni tipi di indumenti e di calzatura sono proprio
come i Beatles o Venezia: non passano mai di moda.
E io?
Io, tutta preoccupata per i pezzi di stoffa che mi restano
nel guardaroba, ho mai pensato che, forse, se non mi affretto a procurarmi un
tablet, un nuovo taglio di capelli e un figlio, forse potrei essere giudicata out dai miei consociati e finire davvero
buttata fuori a calci dalla mia comunità?
Quand’è che, da giovani protagonisti delle proprie vite, con
progetti ancora in potenza e tanti bei vestiti cool, siamo passati al preoccupante status di vecchi bacucchi
precari, depressi e leggermente sudici? L’unico cul che si agogna, oramai, è quello di riuscire a trovare un
“lavoretto”, sperando di non doverne mai fare uno a qualcuno per ottenerlo.
Scrutando nelle profondità del mio armadio, i must dell’attuale stagione sembrano
essere maglioncini da bolscevica, leggings felpati messi troppe volte,
magliette un tempo colorate –ora soltanto …ate. Se mi metto davanti allo
specchio, vedo unghie rosicchiate, un viso pallido (che non denota nobiltà, ma
sbattimento) e, sulla testa, il riccio selvaggio fuori voga anche negli anni
Ottanta, quando invece si diceva che fosse di gran moda. Quand’è stato che sono entrata nella vita e non me ne
sono accorta? Il tempo deve essermi passato accanto e… deve avermi snobbato
perfino lui.
D’accordo, al momento non navigo in buone acque, ma una volta
qualcuno mi ha detto che non è tanto importante avere addosso dei vestiti
costosi, quanto il saperli portare. E’ la personalità che ravviva un vestito, è
lo spirito che fa festa –non i palloncini-, è lo sguardo che seduce –non la
biancheria intima indossata a vista. Forse mi sto solo illudendo, ma questa
filosofia mi piace e l’adotterò finché scampo: IO sono vintage, lo ammetto e lo
accetto, e ne vado fiera. E non sarò un accessorio nella mia fashion story,
anzi: sarò un Valentino couture.
Poi, quando passo ai trentage, ne riparliamo.
ahah siamo tutte sulla stessa barca! Passa da me e seguimi come ho fatto io! kissessss.
RispondiEliminahttp://andreaswag.blogspot.it/
Lo farò sicuramente! E vai che non è mai nera come sembra!!!
RispondiEliminaLo farò sicuramente! E vai che non è mai nera come sembra!!!
RispondiEliminaLo farò sicuramente! E vai che non è mai nera come sembra!!!
RispondiEliminabellissimo il tuo blog..ti seguo!
RispondiEliminapassa da me!
new post:http://sabrinavinciguerrablogdimoda.blogspot.it/